TELERISCALDAMENTO E CONFUSIONI. RIFIUTI ZERO: “LA PROSPETTIVA È VIVACCHIARE ALTRI 25 ANNI”

VALMADRERA – Come si possa definire una “dimostrazione di trasparenza” una serata priva di un dibattito alla pari, dove il pubblico ha potuto formulare domande scritte su foglietti preventivamente selezionati dall’amministrazione comunale, com’è stata quella del 31 gennaio scorso sullo Studio epidemiologico di Silea, lo lasciamo alla fantasia degli amministratori di Valmadrera. Ma non è di questo che vogliamo parlare.

Nel corso del dibattito, infatti, ancora una volta, l’amministrazione comunale ha diffuso rassicurazioni su tempi, trasparenza, decisioni definitive ancora da assumere in merito al maxi investimento del teleriscaldamento che non trovano alcuna corrispondenza con la realtà.

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Partiamo dai tempi dell’indagine epidemiologica condotta dall’Università di Torino. Il sindaco di Valmadrera Donatella Crippa ha ribadito che entro la fine del 2017 sarà possibile avere tra le mani i primi dati relativi allo studio. Non è così. Lo dimostra il cronoprogramma contenuto nel Protocollo dello studio curato dal dipartimento torinese: l’analisi dei dati inizierà (nel migliore dei casi) nei primi mesi del 2018 e la stesura del report definitivo si concluderà solo nel dicembre dello stesso anno. Nel frattempo, contrariamente a quanto dichiarato, i soci di Silea Spa – Comune di Valmadrera incluso- hanno già approvato il Conto Economico Previsionale 2017 che prevede l’investimento per il primo lotto (Lotto A) del Progetto di teleriscaldamento, e cioè il turbogruppo nuovo di zecca dal valore di 8,488 milioni di euro necessario ad alimentare l’impianto di teleriscaldamento. Il Consiglio di Amministrazione di SILEA in data 14-12-2016 ha approvato l’indizione del bando di gara (procedura aperta) per la realizzazione del Lotto A.

 

Il Coordinamento Rifiuti zero, invece, ha sempre chiesto di attendere gli esiti dello Studio epidemiologico prima di legarsi le mani con l’avvio degli investimenti, cosa che il Comune di Valmadrera si è ben guardato dal fare o semplicemente dal discutere, anzi nell’Assemblea di Coordinamento Intercomunale del 30-06-2016 il Comune di Valmadrera ha votato contro questa richiesta, proposta dal Sindaco del Comune di Civate (condivisa solo dai Comuni di Brivio, Colle Brianza, Montevecchia, Suello, Olgiate, Imbersago, Dorio).

silea sito emissioniNel solco della trasparenza, suggeriamo all’amministrazione comunale di Valmadrera di dare un’occhiata al nuovo sito di Silea Spa (www.sileaspa.it). Da quando è stato lanciato, poco più di un mese fa, il portale è ancora privo della pagina pubblica sul sistema di monitoraggio delle emissioni “in continuo”. Risulta “in costruzione”, quando invece sul vecchio sito queste informazioni erano presenti.

C’è poi un problema evidente legato alla trasparenza dei dati delle analisi promosse da Silea. Nel contratto tra la società -e non i Comuni- e l’Università di Torino -l’ATS Brianza non ha alcun ruolo formale in tale atto- si legge che “il Dipartimento (dell’Università di Torino, ndr), osserverà il segreto nei confronti di qualsiasi persona non autorizzata dalla Silea , per quanto riguarda fatti, informazioni, cognizioni, documenti od oggetti di cui fosse venuto a conoscenza o che gli fossero stati comunicati dalla Silea in virtù del presente contratto”. Un segreto nell’assoluta disponibilità di Silea Spa che, sempre secondo il contratto, “cesserà dopo cinque anni dalla scadenza del contratto” a meno che “tali fatti, informazioni, documenti od oggetti siano o divengano di pubblico dominio” (il trionfo della tautologia).

Quali garanzie hanno i Comuni interessati circa la tempestiva pubblicazione dei dati dell’analisi? Sui tempi, peraltro, prendiamo atto che gli attori protagonisti dello studio hanno posizioni diverse persino rispetto al cronoprogramma ufficiale. Il presidente della società Tecnohabitat, incaricata da Silea (senza gara?) di produrre il modello delle ricadute delle emissioni del forno (e contemporaneamente parte attiva nella progettazione definitiva/esecutiva dei primi due lotti del teleriscaldamento), ha dichiarato pubblicamente “che per avere un risultato significativo occorrono tra i cinque e i dieci anni”.

coordinamento-lecchese-rifiuti-zeroPriva di fondamento è anche la retorica dello spegnimento entro la fine dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA). Non c’è scritto da nessuna parte -e soprattutto non c’è scritto nel progetto definitivo- che il teleriscaldamento, che i Comuni si apprestano ad approvare, possa essere alimentato da fonti alternative al forno inceneritore e ai suoi rifiuti. Si tratta semmai di un augurio che resta una dichiarazione d’intenti. Senza rifiuti quel forno non sopravvive, tant’è vero che nel 2016 il contributo del “mutuo soccorso” -cioè i rifiuti importati da fuori, contrariamente alla retorica della raccolta differenziata da spingere- sono cresciuti dell’83% rispetto al 2015 (dato al 30-11-2016). Sarà un caso che la nostra Provincia, da prima in Italia a superare il 50% di raccolta differenziata nel 2002, si sia bloccata a poco più del 60%? E che nel 2015 l’impianto di Valmadrera abbia incenerito 99.405 tonnellate nonostante il fatto che il nostro territorio abbia prodotto “rifiuto indifferenziato” (il sacco trasparente) per “sole” 47.124 tonnellate? È evidente che è il modello che va ridiscusso. E questo teleriscaldamento rinvia il cambio di marcia di altri 25 anni.

Se gli amministratori vogliono puntare realmente su un’alternativa reale ai rifiuti inceneriti dal forno, si comportino di conseguenza. Oggi, nei progetti definitivi , il modello è dipendente da un forno inceneritore costretto a “chiamare” rifiuti e alimentare un teleriscaldamento per poter vivacchiare altri 25 anni almeno. Nient’altro. È un modello dannoso per i cittadini e per il territorio, che persino la Commissione europea ha recentemente giudicato “contrario” ai principi dell’economia circolare.

Coordinamento Lecchese Rifiuti Zero

 

 

 

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