VALMADRERA PER IL 4 NOVEMBRE IL SINDACO RICORDA CHE “NON C’È PACE SENZA GIUSTIZIA”

VALMADRERA –  Dopo la messa a cui era presente il sindaco Antonio Rusconi e le Associazioni del paese con i loro labari, anche a Valmadrera si è festeggiato domenica 6 novembre la Festa dell’ Unità Nazionale  e delle Forze Armate. Il corteo guidato dallo stesso Sindaco è giunto al Monumento dei Caduti dove il Primo Cittadino ha tenuto il suo discorso istituzionale.

“È con sincero affetto e gratitudine che vorrei salutare e ringraziare tutti i presenti a questa cerimonia, – ha esordito Rusconi – in particolare i ragazzi delle scuole ai quali non possiamo non ricordare che anzitutto questa è la Festa dell’Unità nazionale e delle Forze Armate e che la pace, uno dei beni più preziosi per la libertà dei popoli e delle singole persone, è talora prezzo inevitabile di fatiche, sacrifici e guerre come l’anniversario del 4 novembre 1918, che celebra il compimento dell’unità politica e geografica del nostro paese, ci ricorda. Perché proprio da questi avvenimenti e da questa storia noi deriviamo i nostri principi di essere popolo e di essere soprattutto nazione: la capacità di avere sofferto insieme, sì perché la sofferenza unisce più della gioia. In fatto di ricordi nazionali, i lutti valgono più dei trionfi, perché impongono doveri e uno sforzo comune. Non è facile in giornate come quelle di oggi ripetere, invocare la parola PACE: da otto mesi, a poco più di mille chilometri da noi, giovani ucraini e russi si massacrano in nome di una supremazia territoriale, politica e soprattutto, come abbiamo compreso anche noi per le relative conseguenze, economica. E quante guerre, silenziose, taciute, lontane, in Africa, in Asia, si stanno ancora combattendo”.

“Ho partecipato con numerosi altri sindaci alla manifestazione a favore della pace il 28 ottobre in Piazza Cermenati a Lecco, – ha proseguito il Primo Cittadino – ma sono consapevole che non ci può essere PACE senza GIUSTIZIA, che l’Ucraina non può essere abbandonata e permettetemi un pensiero affettuoso alle persone ucraine ancora rifugiate a Valmadrera, di gratitudine per chi le ospita ed è a loro vicino. La recente mostra dedicata a Teresio Olivelli ci ricorda con la deportazione di numerosi Valmadreresi e la vergogna dei campi di concentramento, a quale violenza e umiliazione morale può giungere l’uomo nella scelta del male, eppure anche in questi luoghi, proprio con figure come quella di Teresio Olivelli, c’è spazio per fare del bene, per essere dalla parte giusta”.

“C’è per tutti bisogno, ricominciando da celebrazioni come quella odierna, di ritrovare un forte senso di appartenenza a questo Stato. Scoprire e costruire il senso dello Stato è ancora oggi, e soprattutto in Italia, il compito più alto della politica. Occorre forse, nel rispetto di questi monumenti, re – imparare a essere italiani: chi vi parla non ha vergogna di affermare che di fronte al tricolore e all’inno nazionale prova un profondo sentimento di commozione. Questo è dunque il nostro compito oggi, che in un bel saggio, Claudio Magris chiama un’idea di patria (senza retorica)”.

Il discorso integrale del sindaco:

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