VALMADRERA – In questi giorni i consigli comunali stanno votando la modifica dello statuto di Silea proposto nell’Assemblea dei Soci. Le modifiche introdotte sembrano orientare la nostra società, la cui attività originaria era incentrata esclusivamente sulla gestione del ciclo dei rifiuti, verso la vendita di energia e servizi. Non può non far pensare al progetto di teleriscaldamento l’introduzione della parola “vendita” nello statuto laddove prima si parlava solo di produzione di energia termica/elettrica, progetto che da sempre abbiamo giudicato negativo perché significa rendere indispensabile per il futuro il forno di Valmadrera con tutto quanto consegue. Si parla inoltre di “produzione di biometano”, legata probabilmente al potenziamento e revamping dell’impianto di compostaggio di Annone.
Altrettanto preoccupante è l’introduzione del rigo “realizzazione di studi e progetti nel settore dei rifiuti e dell’energia”. Preferiremmo ci si concentrasse, così come era dalla sua fondazione, solo sulla gestione dei rifiuti aggiornata ed ai passi con i tempi del ciclo dei rifiuti.
La situazione è ben nota, non siamo più tra i primi. Ricordiamo l’ultima classifica 2019 di Lega ambiente sui comuni virtuosi nella raccolta rifiuti in Lombardia: la provincia di Lecco è l’unica delle provincie lombarde a non avere nessun comune in classifica, classifica che comprende ben 308 comuni lombardi dichiarati “rifiuti-free” sul totale di 1500. Ci sarebbe ben da riflettere sulle politiche di questi anni. Chi ha proposto tali modifiche dovrebbe spiegare quali strategie ha sul futuro di Silea.
Nel frattempo una notizia positiva: dopo l’avvio nell’Oggionese della raccolta con tariffazione puntuale assistiamo finalmente a previsioni di decrescita del conferimento al forno di rifiuti residuali. Silea stima una riduzione di 1.000 tonnellate nel 2020, riduzione che salirà ulteriormente a 4.000 tonnellate nel 2021 (il 10% del nostro residuale). È quanto chiedevamo da anni.
Immaginiamo che, se ci si concentrasse sull’estendere a tutta la provincia tale sistema di raccolta che premia i cittadini attenti al riciclo, i quantitativi da inviare al forno potrebbero diminuire ben più di questo. Quattromila tonnellate in meno di rifiuti da incenerire significano una riduzione di 5.200 tonnellate della CO2 prodotta al forno di Valmadrera all’anno oltre all’importante recupero di materia.
Questo però non deve far abbassare la guardia: chi gestisce il forno sta pensando di sostituire tali quantità di rifiuti non più conferite con altre tipologie. In particolare è diventato strategico per Silea acquisire ed installare un impianto di dosaggio fanghi con un investimento previsto di oltre 3 milioni di euro.
Al posto dei rifiuti residuali venuti meno probabilmente bruceremo fanghi di depurazione. I fanghi sono un problema, è vero. Gli smaltimenti che vengono fatti in agricoltura hanno da anni suscitato la preoccupazione delle associazioni ambientaliste della bassa (Pavia, Cremona ecc.). La valutazione ambientale degli effetti dello smaltimento nei forni non è ancora un dato certo al punto che, con apposito finanziamento delle regione è in corso uno studio apposito.
Al comune di Valmadrera sono già state proposte le tariffe di compensazione (scade a fine anno l’attuale convenzione). Così alla voce rifiuti urbani (4€ a tonnellata) si è aggiunta la voce fanghi (sempre 4€ a tonnellata) oltre alla già presenti voci (es. rifiuti ospedalieri 10€ a tonnellata).
Perché mettersi in prima fila? Perché insistere in un’attività che produce decine di migliaia di tonnellate di CO2/anno evitabili e possibili problemi per la salute degli abitanti limitrofi all’impianto? La risposta sta nelle dimensioni del forno di Valmadrera. Per poter reggere economicamente deve bruciare al massimo carico, cioè più del doppio dei nostri rifiuti indifferenziati (sacco trasparente).
Ci hanno raccontato che senza il forno c’era il problema delle discariche, ora diranno che senza forno non possono più funzionare i depuratori. Ricordiamo che i fanghi di depurazione sono classificati come biomassa. Chiediamo se sia questo il post 2032 previsto per l’impianto, laddove si parla, nella gara di appalto del teleriscaldamento, di alimentazione a biomassa.
Alla luce di questo anno terribile dovremmo aver imparato che una vita in salute ed un ambiente integro non hanno prezzo. Non si può scendere a compromessi! Ci chiediamo da che parte stia la maggior parte dei Sindaci in tutto questo. Ci chiediamo cosa vogliano fare a tal proposito le liste ed associazioni ambientaliste. Ci chiediamo quando i cittadini scenderanno in piazza per dire che Ambiente e Salute non si bruciano e non si vendono.
Coordinamento Lecchese Rifiuti Zero
Circolo Ambiente Ilaria Alpi, WWF Lecco, Comitato Prealpino Cittadinanza Attiva, L’Altra Via,
Gruppo Difesa Natura Suello, Qui Lecco Libera, Associazione Monte di Brianza , Rete Donne Brianza,
Arci Civate, Comitato Lecchese Acqua Pubblica, La Foglia, Gruppo Valle della Nava, Mani Tese Bulciago, Cittadini
residenti in provincia