CIVATE – Celebrata a Civate la Giornata dell’Unità nazionale e delle Forze Armate, ecco in forma integrale il discorso del sindaco Angelo Isella.
Oggi, celebriamo il 4 Novembre, la Giornata dell’Unità nazionale e delle Forze Armate.
La celebriamo in un momento particolare e unico nella recente Storia della nostra Nazione.
Siamo costretti qui in pochi a rappresentare tutti, perché la vicinanza e l’unità e anche la libertà sono diventati qualcosa di addirittura pericoloso.
Oggi non abbiamo con noi neppure i ragazzi della scuola media: quest’anno sono costretti a rimanere in casa anche per le lezioni quotidiane.
In questa surreale atmosfera voglio però dire un grande grazie a tutti coloro che ci hanno comunque tenuto a ricordare i nostri caduti.
In particolare ringrazio il nostro Gruppo Alpini, sempre presente e attento al bene della nostra comunità. Quest’anno hanno voluto rinfrescare le targhe con in nomi dei caduti, qui nel nostro giardino delle rimembranze. Questo gesto semplice rivela la cura che la nostra comunità ancora riserva al ricordo di queste persone che la vita l’hanno messa in gioco davvero. E allora grazie amici Alpini perché ancora una volta ci insegnate in silenzio, cosa significhi davvero il valore dell’Unità Nazionale.
Semplicemente questo: prendersi cura gli uni degli altri. Per non lasciare indietro nessuno.
Questo insegnamento assume un significato ancora più importante oggi che siamo chiamati ad avere cura delle persone più fragili della nostra comunità. Oggi che siamo aggrediti da un nemico che mina le nostre libertà.
La libertà non è solo un diritto, la libertà è un’esigenza e ce ne accorgiamo in questi giorni in cui molte libertà basilari ci sono precluse insieme a molti diritti fondamentali che davamo per scontati:
Il diritto alla salute che deve essere di tutti è a rischio.
Il diritto di lavorare e mantenere in maniera dignitosa la propria famiglia è a rischio; sono particolarmente vicino a quei concittadini che non possono svolgere la loro attività a causa del lockdown: lo Stato non può e non deve dimenticarvi perdendosi all’interno dei propri meandri burocratici.
Questo è perciò il tempo della responsabilità di tutti e il tempo della modestia: forse dobbiamo ammettere che tutto da soli non possiamo fare, che dobbiamo ognuno rinunciare a qualcosa, che possiamo aiutarci reciprocamente e che solo uniti ne possiamo uscire.
Il mio appello oggi è pertanto a tutti noi, affinché in nome di quelle libertà che bramiamo di ritrovare, sappiamo trovare il modo di rispettare anche queste nuove regole che a volte ci appaiono assurde, incongruenti, incomprensibili.
L’unico modo per farlo è pensare al principio dell’avere cura di sé e degli altri. Solo avendo questa consapevolezza possiamo guardare avanti e tutti insieme continuare questa moderna battaglia.
Permettetemi poi di ricordare come esempio tutti coloro che nei mesi scorsi e in questi giorni si stanno spendendo per la comunità: la Protezione civile e tutte le volontarie e i volontari, giovani e meno giovani che in vari modi si sono messi a disposizione.
Un pensiero particolare alle persone malate e a coloro che li stanno assistendo e curando perché sentano la solidarietà di tutti.
E un ricordo a coloro che sono andati avanti, come dicono i nostri Alpini, a causa di questa pandemia, vittime inconsapevoli di una guerra inaspettata. Qui davanti all’ingresso del nostro cimitero abbiamo voluto piantare in ricordo di tutti loro e di coloro che ancora soffrono, un simbolico ulivo che rimarrà negli anni affinché nessuno dimentichi.
Oggi è anche la Festa delle nostre Forze Armate e dei Carabinieri e della Polizia che in questo nuovo contesto si mettono ancora a disposizione di tutti noi, per garantire la sicurezza e la convivenza civile. Non crediamo che sia facile per loro operare per garantire il rispetto di norme la cui emanazione fino a poco tempo fa, nessuno avrebbe nemmeno lontanamente immaginato.
Termino pertanto ringraziando tutti per la preziosa partecipazione anche se solo da lontano ed esorto ancora una volta tutti all’Unità e al Senso di Responsabilità.
Viva l’Italia, viva le Forze Amate!
Il sindaco Angelo Isella