CROLLO DI ANNONE, IN TRIBUNALE LO ‘SCARICABARILE’ TRA ENTI. E I SUPERSTITI NON CI DORMONO LA NOTTE

LECCO – Al tribunale di Lecco si torna a parlare del crollo del ponte di Annone, la tragedia del 28 ottobre 2016 in cui morì il civatese Claudio Bertini. Imputati per omicidio colposo e disastro colposo Andrea Sesana e Angelo Valsecchi, dirigenti della Provincia di Lecco, Giovanni Salvatore responsabile della SS36 per Anas e Ilvia Garbelli, funzionaria della Provincia di Bergamo. Lunedì in aula diverse le testimonianze di fronte al giudice Enrico Manzi.

Roberto Colombo, Gaetano Femiano e Paolo Giacalone sono i superstiti del crollo, i quali hanno ricordato come ancora a distanza di quattro anni di notte si sveglino e rivivano la scena.

Femiano, mandellese, ha anche aggiunto: “Attraversando il ponte ho incrociato il Tir e subito dopo ho sentito un rumore fortissimo seguito dalle urla di mia moglie e mia figlia. Era il cavalcavia che crollava. Ho perso il controllo dell’auto e ho capito che stavamo precipitando anche noi”. Da quella vicenda la moglie Elena Gennari ha riportato danni permanenti, fatica sia a stare seduta sia a camminare e non riesce ad allacciarsi le scarpe da sola.

Giuseppe Ferrara, capo compartimento Anas, ha scaricato le responsabilità su Villa Locatelli: “Su quel ponte non avevamo responsabilità, spettava alla Provincia. Noi come Anas ci siamo occupati delle conseguenze del crollo di calcinacci”.

Con le deposizioni di Ferrara e di Marco Trapanese sono iniziati i rimpalli di responsabilità tra enti, tema su cui proseguirà il processo già il prossimo 9 novembre.

 

RedCro

 

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