CIVATE – Riceviamo e pubblichiamo una lettera di Riccardo Magnani, studioso che si occupa della presenza di Leonardo da Vinci nel territorio lecchese, in merito alla teoria che vorrebbe che l’Ultima Cena leonardesca sia ambientata al Monastero di San Calocero di Civate; teoria che sarà oggetto di un convegno il 2 aprile.
Egregio Direttore,
Le scrivo in merito alla notizia pubblicata da questa testata e inerente il convegno che si terrà a Civate, circa il fatto che il Monastero di S. Calogero, ora casa di riposo con il nome di Casa del Cieco, sarebbe il luogo in cui Leonardo ambienta l’Ultima Cena.
Al di là del fatto che, pur sapendo quale sia il mio impegno nel collegare Leonardo da Vinci al territorio, nessuno degli organizzatori si è preoccupato di chiedere un mio parere/intervento, cosa che invece per correttezza ha fatto il Sindaco di Mandello quando gli è stato chiesto qualche nominativo da suggerire come relatore qualificato, basterebbe, tramite una immagine ad alta risoluzione presenti al Cenacolo Vinciano, elaborare una analisi puntuale di uno degli sfondi che si intravedono dalle finestre dietro i commensali e comprendere come non sia assolutamente possibile la tesi avanzata.
La presenza di due campanili (facilmente riconoscibili) e di un castello, di origine Viscontea, rende incompatibile l’accostamento tra il paesaggio osservabile da Civate e il dipinto leonardesco.
Purtroppo, di nuovo, Lecco e il suo territorio denotano una frammentazione campanilistica che non riesce a sfruttare l’enorme patrimonio turistico – culturale a sua disposizione, cadendo immancabilmente vittima di un campanilismo spicciolo proprio del tessuto fortemente provinciale che caratterizza questo territorio.
Se proprio si fosse voluto trovare una correlazione stretta tra il monastero di Civate e Leonardo da Vinci, senza scadere in un banale errore interpretativo, si sarebbe dovuti passare per la figura del Cardinale Ascanio Sforza, che proprio al Monastero di Civate legò parte della sua vita ecclesiastica, per il quale, nel 1485, Leonardo da Vinci compila un manoscritto di pregevole fattura e conservato oggi alla biblioteca Trivulziana di Milano.
Celato sotto lo pseudonimo di Florentii Musici, Leonardo (raffigurato in frontespizio ben 5 volte dal fine decoratore Attavante degli Attavanti, come descritto anche dallo stesso Card. Trivulzio), consegna in cifre dorate (un chiaro rimando alla legge aurea che rappresenta) un codice della storia musicale desunta dai testi classici.
Leonardo rappresenta per il nostro territorio un preziosissimo contributo, in termini turistici, culturali e di prestigio internazionale, a condizione che venga trattato nel rispetto della sua conoscenza e trattazione, e non maneggiato impropriamente come elemento di speculazione campanilistica impropria.
Io continuerò a rendermi disponibile per ogni amministrazione o associazione che abbia nelle proprie intenzioni questo nobile obiettivo.
Tanto dovevo, a Lei e ai suoi lettori.
Cordialmente
Riccardo Magnani
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